Il nome ‘onde d’urto’ non deve spaventare o far pensare a un trattamento molto doloroso. Tutt’altro, la terapia ad onde d’urto focali non è invasiva ed è ripetibile: non a caso il percorso di cure prevede un ciclo di sedute (generalmente da 3 a 5) per apprezzarne i benefici. Le ‘onde d’urto’ rievocate nel suo nome sono quelle acustiche ad alta energia che, una volta focalizzate in profondità nei tessuti con un apparecchio apposito appoggiato alla cute, stimolano la rigenerazione e la guarigione del muscolo, del tendine o delle ossa dove vengono mirate.

Si tratta di una terapia largamente utilizzata in ortopedia per aiutare il paziente a risolvere o alleviare alcune patologie croniche e subacute. Come? Il meccanismo che le onde d’urto attivano sul paziente consente di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni e processi riparativi cellulari, hanno un effetto antalgico perché riducono la trasmissione del dolore e un esito antinfiammatorio perché aiutano il riassorbimento di calcificazioni che sono spesso causa di dolori e di conseguenza limitano la mobilità.
Per quali patologie sono indicate le onde d’urto focali? L’ambito di applicazione è ampio ma tra le patologie più diffuse si sono rilevate molto efficaci per ridurre le calcificazioni che causano tendinopatie della spalla e possono dare ottimi risultati nella riduzione del dolore plantare per chi soffre di fasciti, sia in presenza di sperone calcaneare sia senza. Nei casi cronici di epicondilite laterale e mediale (più nota come gomito del tennista o del golfista), le onde d’urto sono indicate quando la fisioterapia non ha dato risultati efficaci e sono una valida alternativa alle infiltrazioni anche per la tendinopatia dei glutei da cui spesso dipende il dolore laterale all’anca e alla coscia. Sugli arti inferiori, questa terapia aiuta a risolvere la tendinopatia rotulea e al più noto ‘tendine di Achille’ perché favorisce la rigenerazione dei tendini e consente, soprattutto agli sportivi, di riacquisire la piena mobilità. E’ possibile ricorrere alle onde d’urto focali anche per il trattamento di casi di psedutoartrosi (che si manifesta quando le ossa faticano a consolidarsi dopo una frattura), di necrosi avascolare (quando è in fase precoce, ad esempio alla testa del femore, perché rallenta la progressione della necrosi) e della Sindrome di Sudeck.

Quando non ci si può sottoporre alla terapia con onde d’urto focali? Non sono indicate quando si è in gravidanza, in presenza di neoplasie ossee o tessuti molli nella sede di trattamento, in presenza di infezioni, per soggetti con coagulopatie o se si stanno assumendo farmaci anticoagulanti e per i portatori di alcune tipologie di pacemaker.
Quanto dura una seduta? Il trattamento può durare generalmente pochi minuti, molto dipende dalla zona del corpo su cui si interviene e dalla patologia da curare.
Si avverte dolore? Durante il trattamento il paziente può avvertire un fastidio solitamente tollerabile e lo specialista che lo esegue può calibrare il flusso di energia anche in relazione alla sensibilità del paziente.
Prima di sottoporsi alla terapia ad onde d’urto focali, è importante il corretto inquadramento del paziente da parte dello specialista (ortopedico o fisiatra) che definisce la diagnosi, individua le corrette indicazioni e prescrive il percorso terapeutico necessario per accedere alle cure e prenotare le sedute.
Per maggiori info e per prenotare le sedute di terapia ad onde d’urto focali presso il Medical Center Limbiate di Clinica Polispecialistica San Carlo, chiamare il numero 338.6874770 (lunedì – venerdì, dalle 9 – 18).